Il recente incendio che ha interessato la Riserva Naturale di Monte Catillo ha inferto un grave colpo a questa preziosa area protetta del territorio tiburtino caratterizzata da un’eccezionale biodiversità in particolare botanica. La Città metropolitana di Roma Capitale è stata direttamente colpita in qualità di ente gestore che da ormai quasi 25 anni investe risorse economiche, umane, competenze tecniche e naturalistiche per valorizzare e tutelare un territorio che sempre di più ha acquistato nel tempo valenza ambientale e anche apprezzamento da parte dei fruitori.

Comprensibilmente la cittadinanza di Tivoli, vedendo bruciare la propria montagna, ha manifestato sgomento e sconforto per i quali si esprime massima condivisione e solidarietà. Si evidenzia non di meno che con il passare dei giorni si stanno sviluppando iniziative per risanare il danno ambientale provocato. Pur esprimendo la massima partecipazione per l’emozione del momento, in qualità di ente gestore e quindi di garante di corrette iniziative di intervento che siano scientificamente validate, occorre precisare che risulta ormai ampiamente dimostrato in ambito scientifico e nella pratica della gestione sostenibile di territori protetti, che in occasioni di tali eventi incendiari è indispensabile favorire la naturale resilienza delle comunità vegetali e il naturale processo ecologico che seguirà spontaneamente nei prossimi mesi, evitando inutile spreco di risorse con interventi di forestazione che possono irrimediabilmente compromettere la composizione floristica della Riserva. Nelle prossime settimane si effettueranno stime sull’entità delle superfici bruciate ma anche e soprattutto sulla tipologia di vegetazione coinvolta da questo incendio. Ad ogni modo le prime verifiche effettuate hanno evidenziato che l’incendio ha interessato quasi esclusivamente vegetazione arbustiva di tipo steppico, di macchia mediterranea e formazioni ad erica arborea ossia tutte formazioni vegetali che, nelle prossime settimane, reagiranno spontaneamente al passaggio del fuoco producendo nuovi getti che diventeranno i pionieri della ricolonizzazione da parte della vegetazione della montagna. Diversamente il patrimonio boschivo della Riserva è stato intaccato in percentuale estremamente ridotta, coinvolgendo in particolare esemplari di querce da sughero notoriamente resistenti al fuoco e che pertanto hanno conservato la loro vitalità.

La Città metropolitana valuterà eventuali interventi volti a favorire la ripresa spontanea della vegetazione ispirandosi, come già in passato, a precisi riscontri scientifici, frutto anche della collaborazione con enti di ricerca come il Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università Sapienza di Roma con il quale è in atto un accordo di collaborazione.

Si precisa, inoltre, che la normativa nazionale e regionale in materia forestale vieta per cinque anni l’utilizzo di fondi pubblici per interventi di riforestazione, anche al di fuori delle aree protette. Ovviamente in un’area protetta, come in precedenza evidenziato, emergono anche altre limitazioni motivate dalla tutela della flora locale.

La Città metropolitana, per ultimo ma non per ordine di importanza, sta continuando ad investire significative risorse economiche, grazie anche a recenti emendamenti al bilancio approvati, che tra l’altro per la Riserva di Monte Catillo prevedono la sistemazione della viabilità di accesso carrabile per favorire l’intervento dei mezzi di soccorso e, in accordo con il Comune di Tivoli e la Protezione Civile locale, la dotazione del territorio circostante l’area protetta con sistemi di telecamere termiche ad alta sensibilità per un avvistamento immediato degli inizi di incendio.

Comunicato Stampa


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Di Treman

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