Quando si fa una passeggiata in campagna non è difficile vedere le more. Gli agricoltori sanno bene a loro spese che questa pianta è molto infestante e fastidiosa. Se prende campo difficilmente si riesce ad estirparla. Resiste tranquillamente agli incendi e agli erbicidi. Però le more quando maturano diventano una delizia e ricadono nel gruppo dei frutti di bosco. Conoscete la leggenda che li legna al diavolo in persona?
Si narra che quando Dio scaccio il Diavolo dal cielo questo cadde sulla terra in un boschetto di rovi. Da allora, ogni 11 ottobre, il diavolo sale dall’infermo per maledire questa pianta e rendere senza sapore e immangiabili i suoi frutti, ricoprendoli di ragnatele e muffa.
La storiella è affascinante e probabilmente legata al periodo migliore di raccogliere la drupa della mora. Infatti, molto spesso ad ottobre l’umidità e le piogge rendono immangiabili le more.
Le more il cui nome scientifico è rubus ulmifolium è una arbusto davvero fastidioso per le attività dell’uomo, ma anche aspetti utili. Intanto i fiori servono per le api e sono sfruttati dagli apicoltori per il sapore che portano al miele. Inoltre alcuni agricoltori utilizzano i rovi per creare barriere invalicabili, limitandosi a contenerla. In inverno perde molte foglie ma non si spoglia completamente.
Alla fine, quando è possibile, una gita per gustare questo frutto nel momento della maturazione è una occasione per divertirsi con gusto. Due avvertimenti: state attenti alle spine e mangiate solo le more che hanno un colore nero…