Il prezzo del pellet è salito vertiginosamente. Se lo scorso anno il prezzo di aggirava sui 4 – 5 euro a sacco da 15 Kg, oggi il prezzo a superato i dieci euro al sacco, ed in alcuni casi, ha sfiorato i 15 euro. I fattori che hanno determinato l’aumento del prezzo sono diversi. Intanto la crisi energetica ha portato molti consumatori che prima utilizzavano il gas per il riscaldamento delle case a cambiare fonte di energia, passando al pellet. Inoltre i possessori di stufe al pellet avendo paura di rimanere a secco, hanno fatto acquisti a prezzi più alti portando la domanda alle stelle ed esaurendo le scorte di magazzino dei grossisti.
Oltre alla paura del momento provocata dalla guerra in Ucraina, ci sono altri fattori che conducono all’aumento del prezzo. Gli impianti industriali che producono pellet sono enormi consumatori di energia elettrica. Questo comporta un aumento dei costi di produzione dovuto all’aumento del costo dell’energia elettrica. Produrre il pellet costa in termini energetici molto di più.
Inoltre un buon fornitore di materia prima per la produzione del pellet è la Russia. Questi fattori terranno alto il prezzo del pellet nei prossimi mesi ed i possessori di stufe a pellet sono in allarme. Chi sostiene che si possa produrre pellet in Italia (che, invece, lo importa quasi tutto) deve fare i conti con i costi elevati di produzione e di reperimento del legno. Vero è che le nostre foreste potrebbero diventare una fonte di legno per le aziende produttrici di pellet italiano, ma anche in questo caso, il costo del sacco sarebbe comunque ben più alto del prezzo pre-crisi.
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