La tignola dell’ulivo è una piccola farfalla (lepidottero) di colore grigio giallognolo che a maturità non raggiunge il centimetri di lunghezza. Le piante ospite sono l’ulivo, il ligustro ed il gelsomino .
Sverna come larva,che si incrisalida la primavera successiva , tra le foglie o negli anfratti della corteccia. In primavera sfarfallano gli adulti e poco prima della fioritura dell’ulivo avviene l’accoppiamento. La femmina depone la prima generazione di uova nelle infiorescenze e le larve si nutriranno prima del nettare e poi del fiore, formando con dei fili sericei un glumerolo in cui si incrisalidano per diventare adulto. È la prima generazione, detta antofaga.
Dopo 10 – 15 giorni sfarfallano gli adulti che daranno origine alla seconda generazione, detta carpofaga. Infatti le femmine depongono le uova nelle vicinanze del peduncolo, a ridosso del calice. Appena schiuso l’uovo, la larva perfora il peduncolo per raggiungere l’endocarpo nutrendosi del contenuto. Questo provocherà la caduta prematura della drupa. La larva matura si incrisalida all’interno della drupa o sul terreno.
Alla fine dell’estate gli adulti daranno origine alla generazione detta fillofaga, perché la femmina depone le uova nella parte inferiore della foglia, nelle vicinanze della nervatura centrale. Le larve penetrando nella foglia provocano lesioni di entità diversa a secondo dell’età larvale. Queste larve andranno a svernare.
I danni della tignola dell’olivo dipendono, quindi, dalla generazione. La prima antofoga danneggia i fiori senza provocare diminuzione nella produzione. La seconda è carpofaga e danneggia le drupe. In questo caso se l’attacco è con le drupe ancora piccole il danno della tignola è compensato dalla crescita e resa in olio delle drupe sane. Quando la tignola colpisce le drupe in prossimità della maturazione la cascola dei fritti provocati dalla larva arrecherà danno in termini di minor produzione.
Infine l’erosione fogliare nella generazione fillofaga pur determinando una diminuzione di attività fotosintetica, non potrà diventare un pericolo per la crescita della pianta.
Controllo:
Difficilmente le infestazione della tignola dell’olivo raggiunge la soglia di danno per la diminuzione della produzione. Questo perché la popolazione viene limitata da diverso fattori abiotici e biotico. Nei mesi estivi con temperature che superano i 30 gradi ed elevata umidità relativa la mortalità di uova e di larve è molto alta. Spesso anche la caduta precoce della drupa porta alla morte della larva.
Per quanto riguarda i fattori biotici sono molti gli antagonisti naturali che limitano la crescita della popolazione della tignola. Anche se talvolta non in maniera soddisfacente.
L’andamento della popolazione può essere monitorata con l’uso di trappole al feromone per la cattura dei maschi adulti e con il controllo visivo delle drupe prese a campione nell’appezzamento di terra. Quando l controllo visivo si supera il 15% di drupe colpite allora si può intervenire in biologico con il Bacillus Thuringiensis. Per le altre generazioni non è conveniente adottare nessun trattamento.
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