Leggendo diversi post sui social è facile incontrare di gente che inizia a parlare della moria dei loro sassi viventi, cioè i Lithops nelle loro diverse varietà.

Per prima cosa bisogna sapere tre importanti cose su queste piante grasse che ti possano aiutare a capirle, in quanto hanno:

1 – un periodo di riposo, la cosiddetta MUTA (da dicembre ad aprile) in cui non si innaffia assolutamente.
2 – un periodo di crescita (da maggio ad agosto);
3 – un periodo di fioritura (da settembre a novembre).

MUTA:

già ad ottobre si smette di innaffiare: le piante vanno in dormienza per prepararsi alla successiva muta: le 2 foglie (che formano la pianta) seccheranno lentamente alimentando nuove foglie, che a primavera, protette dalla sottile pellicola in cui si sono trasformate le vecchie, spunteranno turgide, con colori vivaci, pronte per il nuovo periodo vegetativo. Vanno abituate gradatamente ai raggi solari diretti (benefico quello mattutino) per evitare scottature. E’ letale tenerle tutta la giornata al Sole si disidratano scottandosi e perdendo tutti i loro liquidi.

IN INVERNO:

se coltivate in serra, questa deve essere ben ventilata e le piante vanno messe nel posto più luminoso ed assolato possibile per godere di luce e calore. La temperatura ideale è sui 5°C, ma resistono anche a temperature più basse (vicino allo 0°C) per brevi, improvvisi, periodi di freddo intenso. Possono essere coltivate anche in casa, sia su davanzali che dietro ampie vetrate, ben esposti a Sud, ponendo i vasetti in cassette per proteggere le radici dal surriscaldamento dei raggi diretti solari. Vanno tenute lontane da fonti di calore (es. termosifoni) e non esposte ad improvvisi sbalzi di temperatura.

INNAFFIATURE:

Dopo la muta, ad aprile quando sono spuntate le nuove foglie, si incomincia ad innaffiare in modo tale che l’acqua fuoriesca dal foro di scolo del vaso, le Lithops hanno radici profonde. L’acqua va data ad intervalli molto distanziati e la si da di nuovo solo quando il terriccio è ben asciutto. Mi ripeto: sebbene preferiscano il sole sono soggette a scottature, specialmente all’inizio della stagione calda, per cui vanno esposte ai raggi solari (le mie piante lo ricevono di mattina) gradualmente. Ad esporle al Sole tutta la giornata c’è il rischio reale che le foglie secchino e le piante muoiano. Nel periodo torrido estivo non innaffio, riprendo nella seconda parte di agosto/inizio settembre (la differenza di temperatura tra notte e giorno incomincia a farsi sentire nettamente e le Lithops ne beneficiano). C’è chi ritiene utile spruzzare acqua sulle piante di sera durante i mesi caldi, personalmente non l’ho mai fatto, comunque va usata acqua piovana, non inquinata e non calcarea per non danneggiare la superficie delle piante.

SUOLO:

in natura vivono in terreni praticamente privi di humus, per cui è meglio evitare i normali miscugli per piante grasse, contenenti troppa materia organica, che le esporrebbero ad attacchi fungini contro i quali non hanno difese. Ad esempio: 2 parti di sabbia
quarzifera e 1 di terriccio di giardino setacciato, oppure 3 parti di sabbia e 1 di terriccio di foglie, ben maturo e setacciato. Spesso viene consigliato di arrivare fino ad un 90% di materiali inerte.

MOLTIPLICAZIONE:

generalmente si moltiplicano per semina (marzo-aprile). La germinabilità arriva fino all’ottavo anno, ma il meglio si ottiene tra i 3 o 4 anni. Se seminati troppo freschi il tasso di geminazione è basso, tranne che per L. optica, che va seminata entro un anno dalla produzione del seme. Le capsule vanno raccolte 6 mesi dopo la maturazione. Dopo la semina attendere almeno un anno per il trapianto. Rinvaso raramente solo quando il vaso è pieno in un contenitore appena più grande di 1 o 2 cm di diametro, di norma lo faccio in primavera, facendo attenzione a danneggiare il meno possibile le radici, che sono lunghe e ricche di ramificazioni capillari, poi attendere almeno 10 giorni prima di innaffiare. Personalmente effettuo solo una concimazione, a dose dimezzata, usando un concime per piante grasse con microelementi, in primavera.

NOTE VARIE:

possono essere moltiplicate anche per divisione dei cespi (ma non lo consiglio): Con un cutter si dividono le 2 foglie, eliminando il vecchio tessuto residuo e facendo attenzione che rimanga un breve peduncolo attaccato a ciascuna sezione. La talea così ottenuta va inserita delicatamente in sabbia asciutta per il radicamento. Si incomincia ad inumidire leggermente la sabbia, dopo una ventina di giorni, quando inizia la formazione delle radici. Alla prima innaffiatura primaverile, dopo la muta, non dare troppa acqua altrimenti si corre il rischio di vedere le foglie spaccarsi per il repentino abbondante assorbimento di liquidi, meglio prima una nebulizzazione.

Generalmente la fioritura avviene dopo 3 anni dalla semina. Le Lithops non sono autofertili, ma tendono ad ibridarsi facilmente, in coltura, specialmente tra popolazioni della stessa specie. I vasi possono essere rabboccati con uno strato di graniglia, utile sia per evitare che il colletto della radice marcisca o anche per una questione estetica. Vanno bene sia i vasi di coccio che quelli di plastica, necessario che siano provvisti di fori di scolo.

PERSONALMENTE:

le mie piante stanno in un posto non proprio ideale alla loro coltivazione: la mia serretta, autocostruita e tutta sfinestrata, anche in inverno, è situata fra 2 alti palazzi abbastanza vicini per cui il massimo dell’insolazione (solo mattutina) in estate arriva al massimo a 4 ore e mezzo mentre in inverno, quando è maltempo, niente. Inoltre il mio giardinetto, come livello rispetto alla superficie del condominio vicino (da cui è diviso da un muro lunghissimo, sormontato da cancellata) è a più di mezzo metro più sotto. Alcune piante del vicino condominio fanno pure parzialmente ombra. Un VERO FOSSO, molto umido, specialmente in inverno, cui ho ovviato tenendo le mie Lithops tutte in coccio, dando tanta aria, innaffiando con parsimonia e pure tanto buonsenso e caparbia passione da oltre 40 anni e più, da quando ho iniziato a seminarle.

Coltivo tante altre Succulente da piccolissimo ed ho sempre condiviso, con sincero piacere, quanto a mia modesta conoscenza in materia. L’unica consolazione è che abito nel Golfo di Napoli e posso godere di un clima mite.

Pasquale Ruocco






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Di Treman

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