Una notte la Luna sentì un pianto lungo e sommesso, che non accennava a fermarsi. La Luna fece il giro di tutto il mondo, fino a che non trovò l’origine di quei lamenti tanto strazianti, era il principe delle lucciole all’ombra di un pozzo che si lamentava e singhiozzava perché il suo popolo, che esce solo al calar del sole, non aveva nessun fiore sul quale posarsi di notte.

Certo, gli alberi erano stupendi e loro erano onorate di dare loro luce, ma sognavano tutte di poter trovare un bel fiore da illuminare e dal quale succhiare un po’ di nettare. La Luna tornò al suo posto e continuò a sentire il piccolo principe piangere e lamentarsi notte dopo notte.

Ma arrivò la note in cui Sirio, figlio della luna, non sentì più i lamenti del piccolo insetto, preoccupato lo fece notare alla madre e le chiese di andare a vedere cosa fosse successo.

La Luna, scesa sulla terra, trovò il piccolo principe delle lucciole, ormai prossimo alla morte per età, aggravatosi per il dolore, senza più lacrime da versare, languiva dispiaciuto per non essere riuscito ad esaudire il desiderio del suo popolo.

La Luna, commossa, senza pensarci, si strappò una ciglia, la pose sul terreno e subito venne fuori una pianta, correlata da fiori gialli e fucsia e di tanti altri colori, spuntò dal terreno riempiendo la notte del suo dolce profumo.

Il principe, con le sue forze ultime, finalmente felice, riuscì a volare sui suoi petali, contento per aver esaudito il desiderio del suo popolo, si spense con il sorriso sulle labbra.

In base al linguaggio dei fiori, la bella di notte sta a simboleggiare la timidezza. Questo proprio perché stiamo parlando di un fiore notturno che si nasconde durante le ore diurne dallo sguardo dei passanti

Giuseppe De Palma


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Di Treman

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