Negli anni 70 e 80 l’uso di pesticidi chimici e di fertilizzanti di sintesi ha reso l’agricoltura una professione industriale e produttiva, ma ha rischiato di compromettere per sempre la salute del terreno, degli alberi e delle persone.
Gli studi scientifici sulle sostanze utilizzate in quegli anni riempiono scaffali di enormi biblioteche e la politica agricola degli incentivi all’acquisto dei prodotti, in molti casi, dati anche gratuitamente agli agricoltori, ha provocato un uso distorto e massiccio di tutti i prodotti chimici per l’agricoltura.
Siamo in Sicilia ed io seguivo le orme di mio padre da studente. Chiedeva aiuto in campagna quando ero libero dallo studio o durante il periodo estivo. Lui era un agricoltore di piccole dimensioni in provincia di Palermo. Coltivava soprattutto limoni, mandarini e pesche, più raramente ortaggi ed in piccola parte pere e susine.
Lo aiutavo nelle faccende pesanti per un solo uomo come ad esempio il trattamento con gli insetticidi e la fertilizzazione con il “sale”. “L’arrimunnata” (potatura) dei limoni e dopo un mese il rogo, uscendo i rami secchi dal terreno. I trattamenti agli agrumi, alle pesche ed ai mandarini erano scientifici, seguendo le etichette del prodotto, che veniva gratuitamente distribuite dalla Regione Sicilia. Veleno allo stato puro. Oggi avrei consigliato al mio papà di non farli, ma all’epoca ero troppo giovane e poco interessato ai “veleni” e all’ambiente. Non sarebbe stato tanto semplice convincerlo, ma ci avrei provato.
Se mi fermo a riflettere su quanti trattamenti annui facesse mio padre ai suoi alberi perderei il conto. Un conto salato pagato, forse con la vita, visto che mio padre morì a 70 anni con un tumore al cervello, ma questo è solo una mia vaga impressione. Un conto salato anche per l’ambiente, la sua fauna e la sua flora (visto in grande uso di diserbanti utilizzati all’epoca). Danni alle falde acquifere e alle persone che vivevano vicino agli agrumeti, spesso in pieno paese.
Pensate che tutto sia solo dovuto ai prodotti chimici irrorati agli alberi? in realtà un ruolo determinante lo hanno avuto anche i fertilizzanti chimici per due ragioni diverse. La prima legata alla base che si utilizzava (ancora oggi si usa in quelli più economici) per il trasporto delle sostanze utili come azoto, potassio e fosforo. Infatti si utilizza il sale (ecco perchè il fertilizzante in Sicilia lo chiamano sale). Cosa succede se grandi quantità di “sale” viene distribuito nei terreni dato il basso costo? nell’immediato l’elevato apporto di sostanze aumentano la produzione agricola. Il terreno, però, diventa sempre meno fertile con il passare degli anni perchè aumenta la salinità nel suolo. Anni a gettare “sale” hanno ridotto la capacità del terreno di produrre. Inoltre la grande quantità di azoto presente nel terreno arrivava con il dilavamento facilmente alle falde acquifere (sulle falde acquifere a Palermo c’è un altro capitolo d scrivere).
La politica agricola negli anni settanta e ottanta con ingenti finanziamenti per l’acquisto di prodotti fitosanitari e di fertilizzanti chimici (erano gli anni d’oro dell’industri chimica italiana) non è stata lungimirante ed oggi, con la consapevolezza degli effetti di tali prodotti, si cerca di porre rimedio ai danni fatti.
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