Oggi, sempre più persone scelgono prodotti biologici, spinti da una crescente consapevolezza ambientale e dalla ricerca di alimenti più sani e genuini. Ma l’agricoltura biologica non è un fenomeno nato ieri. Le sue radici affondano in un passato sorprendentemente ricco, in un periodo storico in cui uomini e donne, pionieri di un pensiero alternativo, iniziarono a mettere in discussione le pratiche agricole convenzionali e a immaginare un modo diverso di coltivare la terra.

Un’Eredità Filosofica e Spirituale
Per comprendere le origini dell’agricoltura biologica, dobbiamo fare un passo indietro fino all’inizio del XX secolo e considerare il contesto filosofico e spirituale dell’epoca. In un periodo di grandi cambiamenti sociali e industriali, si sviluppava un crescente interesse per la natura, la salute e la spiritualità. Figure come Rudolf Steiner, il fondatore dell’antroposofia, ebbero un ruolo fondamentale.
Steiner, già negli anni ’20, iniziò a criticare l’agricoltura improntata ad una cultura materialista e meccanicistica emergente, basata sulla inosservanza totale delle sue leggi intrinseche. In una serie di conferenze tenute nel 1924, che divennero poi la base per l’agricoltura biodinamica, Steiner propose un approccio all’agricoltura completamente nuovo. La sua visione era olistica: considerava l’azienda agricola come un organismo vivente, un sistema interconnesso in cui il suolo, le piante, gli animali e l’uomo interagiscono in armonia.

L’agricoltura biodinamica, con i suoi preparati speciali e la sua attenzione ai ritmi cosmici, rappresenta una delle prime e più influenti forme di agricoltura biologica.Gli obiettivi che si propone L’agricoltura biodinamica possono essere sintetizzati i tre punti: 1. Preservare la fertilità della terra. 2. Mantenere le piante in buona salute per consentire loro di esistere alle malattie e ai parassiti. 3. Aumentare la qualità degli alimenti prodotti.

I suoi seguaci furono poi chiamati alla traduzione pratica degli insegnamenti di Steiner in metodi di coltivazione, che poi presero il nome di “agricoltura biodinamica”. Il più attivo tra di loro fu Pfeiffer che studio approfonditamente quanto scritto da Steiner e ne cominciò a ricavare i primi metodi di coltivazione. Oggi L’agricoltura biodinamica è riconosciuta in Svizzera e Australia. I prodotti biodinamici, oltre ad avere il riconoscimento obbligatorio di agricoltura biologica, si riconosce per il logo DEMETER, un marchio internazionale, nato nel 1928 e registrato all’OMPI di Ginevra nel 1952

Preoccupazioni Ambientali e la Nascita di un Movimento
Parallelamente alle riflessioni filosofiche di Steiner, cresceva anche una preoccupazione più pragmatica per gli effetti negativi delle nuove pratiche agricole. L’agricoltura industriale, con la sua enfasi sulla monocoltura e sull’uso massiccio di input esterni, iniziava a mostrare i suoi limiti. Si osservavano problemi di erosione del suolo, perdita di biodiversità e una crescente preoccupazione per la qualità degli alimenti.
In questo contesto emersero figure chiave come Sir Albert Howard, un agronomo inglese che lavorò a lungo in India insieme alla moglie. Howard, considerato uno dei padri dell’agricoltura biologica moderna, studiò le pratiche agricole tradizionali indiane e rimase impressionato dalla fertilità dei suoli mantenuta attraverso il compostaggio e il riciclo dei materiali organici. Nel suo libro fondamentale, “An Agricultural Testament” (1940), Howard criticò l’agricoltura chimica e promosse un sistema agricolo basato sulla fertilità del suolo e sulla gestione integrata delle risorse.

Un’altra figura cruciale fu Lady Eve Balfour, una pioniera dell’agricoltura biologica in Gran Bretagna. Nel 1939, Balfour avviò l’Haughley Experiment, uno studio comparativo a lungo termine che confrontava l’agricoltura biologica, l’agricoltura convenzionale e un sistema misto. L’esperimento di Haughley, che durò per decenni, fornì importanti dati scientifici a sostegno dei benefici dell’agricoltura biologica per la fertilità del suolo e la salute degli animali. Fu sua l’idea di costituire la Soil Association con lo scopo di dare spazio all’interazione tra coloro che seguivano pratiche agronomiche alternative alle tradizionali. In breve tempo la Soil Association diventò punto di riferimento per tantissime associazioni, professionisti e agricoltori in tutto il mondo. Inoltre nel corso degli anni aveva tracciato le linee guida per il metodo di coltivazione biologico fino a giungere negli anni 70 a registrare un marchio che rendesse riconoscibile al consumatore prodotti ottenuti dal sistema biologico, seguendo disciplinari di produzione definiti e controlli di qualità garantite.

Dalle Idee alla Pratica: La Diffusione dell’Agricoltura Biologica
Le idee di Steiner, Howard, Balfour e altri pionieri iniziarono a diffondersi e a influenzare agricoltori e consumatori. Negli anni ’40 e ’50, nacquero le prime associazioni di agricoltori biologici e furono sviluppati i primi standard per la produzione biologica. Il movimento biologico, inizialmente di nicchia, crebbe gradualmente, spinto dalla crescente consapevolezza ambientale e dalla domanda di alimenti più sani e sostenibili. La Comunità Europea cercando di dare risposte ai movimenti dei consumatori che cercavano prodotti sempre più salubri e alle associazione ambientaliste che puntavano il dito sulle pratiche agricole per l’aumento di inquinanti nel suolo e nelle acque di falda e superficiali, ha emanato il regolamento 2092/91 che disciplina tutti gli aspetti dell’agricoltura biologica, rendendola l’unico metodo di coltivazione con filiera agricola controllata e tracciabile.

Oggi, l’agricoltura biologica è un settore in continua espansione, riconosciuto a livello globale e supportato da normative specifiche. Dalle intuizioni filosofiche di Steiner alle ricerche scientifiche di Balfour e Howard, il percorso dell’agricoltura biologica è ricco di storia e di insegnamenti. Le sue origini ci ricordano che un modello agricolo più rispettoso dell’ambiente e della salute umana non solo è possibile, ma ha radici profonde nel nostro passato e rappresenta una via fondamentale per costruire un futuro più sostenibile per tutti.

Foto di Tracy Lundgren da Pixabay


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Di Treman

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