A cominciare dal mese di ottobre, soprattutto nelle regioni più settentrionali del nostro paese, alberi e arbusti lasciano cadere le foglie che finiscono per formare un tappeto sul terreno, un tappeto variopinto che sarebbe romantico e simpatico poter lasciare intatto affinché riparasse l’erba del prato dal rigore invernale.

Invece, è necessario rimuovere le foglie che con la prima pioggia finirebbero per marcire e apportare danno all’erba, senza contare l’aspetto un po’ squallido e disordinato che questo strato di foglie decomposte finirebbe per assumere.

Tuttavia le foglie secche servono: radunate con garbo e pazienza, servendosi della scopa metallica che si usa per pettinare il tappeto verde, non debbono essere gettate e neppure bruciate, ma piuttosto radunate in un’apposita vasca o compostiera e utilizzate per preparare un ottimo terriccio concimato.

Esso si ottiene alternando nella vasca o compostiera uno strato di foglie e uno strato di terra comune, un po’ di torba, , tutti gli avanzi della verdura e della frutta, la cenere del caminetto, i fondi del caffè ed i residui del the. Fra uno strato e l’altro sarebbe bene mettere qualche pallettata di letame e, se difficile da reperire, si può ripiegare sul concime organico in polvere. Ogni tanto non sarà male buttare sul contenuto della cassa un secchio di acqua bollente.

A primavera, foglie e torba, e tutte le altre sostanze ormai decomposte, avranno formato un terriccio soffice e ricco che, mescolato alla terra normale, fornirà un ottimo substrato per piante da vaso (gerani, begonie, petunie) oppure per colmare le sacche di un muro fiorito o di una roccaglia.






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Di Treman

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