La riforma MacSharry del 1992 ha rappresentato una svolta fondamentale nella Politica Agricola Comune (PAC) dell’Unione Europea. Essa ha introdotto cambiamenti radicali con l’obiettivo di ridurre la produzione in eccesso, razionalizzare le spese agricole e rendere l’agricoltura europea più competitiva e sostenibile. Sono diversi gli elementi che nel corso degli anni ottanta hanno determinato la necessità n più rinviabile di riformare la PAC.

Contesto e motivazioni
Negli anni ’80, la PAC aveva portato a una sovrapproduzione agricola, con conseguenti eccedenze alimentari e costi elevati per il bilancio comunitario. Inoltre, il sistema di prezzi garantiti aveva incentivato un’agricoltura intensiva e poco rispettosa dell’ambiente. Era quindi necessaria una riforma che riequilibrasse il mercato, riducesse le distorsioni e promuovesse un’agricoltura più sostenibile.

Poi, anche gli aiuti alle esportazioni avevano provocato la reazione del GATT WTO che chiede sempre con più insistenza alla comunità europea di tagliare le barriere all’ingresso dei prodotti agricoli importati e di escludere gli aiuti all’esportazione che determinano una concorrenza falsata e sleale.

Obiettivi principali
La riforma MacSharry si basava su tre pilastri principali:

Riduzione dei prezzi garantiti: l’abbassamento dei prezzi di intervento per i prodotti agricoli avrebbe dovuto scoraggiare la sovrapproduzione e avvicinare i prezzi europei a quelli mondiali, rendendo i prodotti agricoli comunitari più competitivi sui mercati internazionali.

Pagamenti diretti agli agricoltori: per compensare la riduzione dei prezzi garantiti, sono stati introdotti pagamenti diretti agli agricoltori, svincolati dalla produzione e basati sulla superficie coltivata o sul numero di capi di bestiame. Questo sistema ha permesso di sostenere il reddito degli agricoltori senza incentivare la sovrapproduzione. Si applica, cioè, il disaccoppiamento tra la produzione e il ricevimento dell’incentivo come sostegno diretto.

Misure di accompagnamento: per favorire la transizione verso un’agricoltura più sostenibile, sono state introdotte misure di accompagnamento, come il sostegno all’agricoltura biologica, alla tutela ambientale e allo sviluppo rurale.

Impatti e risultati
La riforma MacSharry ha avuto un impatto significativo sull’agricoltura europea. Essa ha portato a una riduzione della produzione in eccesso, a una maggiore orientamento al mercato e a una maggiore attenzione alla qualità e alla sostenibilità. I pagamenti diretti hanno rappresentato una fonte di reddito stabile per gli agricoltori, mentre le misure di accompagnamento hanno promosso la diversificazione e lo sviluppo delle aree rurali.

La politica dei prezzi garantiti aveva spento verso la direzione i grandi aziende che producevano per il solo scopo di ottenere l’aiuto. La grande maggioranza dei fondi era destinata alle grandi aziende, mentre le piccole aziende non riuscivano ad essere competitive ne sul mercato nel ricevere gli aiuti. Nella riforma ampio spazio è stato riservato al SET ASIDE che obbligava le grandi aziende a mettere a riposo almeno il 20% dei terreni destinati a seminativi, ridotto al 15% se si effettuava la rotazione. Il SET ASIDE non si applica alle piccole aziende agricole.

Critiche e sfide
Nonostante i suoi successi, la riforma MacSharry ha ricevuto anche alcune critiche. Alcuni hanno lamentato la complessità del sistema di pagamenti diretti e la sua potenziale inefficacia nel sostenere le piccole aziende agricole. Altri hanno espresso preoccupazioni per l’impatto ambientale di alcune pratiche agricole, nonostante le misure di accompagnamento.

Evoluzione della PAC
La riforma MacSharry ha rappresentato una tappa fondamentale nell’evoluzione della PAC, aprendo la strada a riforme successive che hanno ulteriormente rafforzato l’orientamento al mercato, la sostenibilità e l’attenzione allo sviluppo rurale. La PAC continua ad adattarsi alle nuove sfide, come i cambiamenti climatici, la globalizzazione e le crescenti esigenze dei consumatori.

Copertina: Foto di Sabine da Pixabay


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Di Treman

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