Il seme si trova in uno stato di quiescenza in attesa che le condizioni ambientali siano favorevoli alla germinazione. Si trova in uno stato di forte disidratazione con una percentuale d’acqua tra il 5% e il 15%, mentre in un tessuto attivo siamo tra l’80% e il 95%. La disidratazione dei colloidi plasmatici permette al seme di introdurre acqua per imbibizione vincendo pressioni matriciali anche molto elevate.

Questa caratteristica permette al seme di idratarsi anche quando l’acqua presente è fortemente legata ai colloidi del suolo. Una caratteristica fondamentale per il seme. Sono principalmente le proteine del seme a richiamare più acqua in virtù dei numerosi gruppi carbonilici, ossidrili e amminici che permettono di legare le molecole d’acqua. Una proteina può gonfiarsi e legare anche il 40% in peso di acqua. Meno gonfiabili sono le emicellulose e gli amidi.

L’imbibizione permette al seme di ristabilire la funzionalità delle proteine e l’attivazione degli enzimi responsabili dell’idrolisi delle sostanze di riserva presenti. Inoltre il germoglio attiva ormoni già presenti, responsabili del controllo di questi enzimi. In particolare la Gibberellina è responsabile della amilasi e le cinetine della proteasi. Altri enzimi, come la fitasi si occupano della fitina e la lipasi dell’idrolisi dei lipidi.

Seme di orzo. Il germoglio mette in circolo dopo l’imbibizione le gibberelline GA e altri ormoni. La GA stimola all’interno delle cellule dello strato aleuronico l’amilasi B che rende disponibile l’amido. La presenza delle sostanze idrolizzate D permette di rendere disponibili le riserve dell’endosperma E per la crescita del germoglio.

Prendendo in esame la germinazione di un seme d’orzo appartenente alle graminacee nel momento dell’imbibizione del germoglio si attivano gli ormoni che permettono la piena funzionalità degli enzimi presenti nelle cellule che idrolizzano l’amido presente nei granuli di aleurone. Il passaggio successivo è la produzione ex novo di enzimi che permetteranno l’idrolisi delle riserve presenti nell’endosperma. Sostanze che serviranno al germoglio per attivare i processi di crescita relativi ai due meristemi.

La fase di idratazione per imbibizione si riduce drasticamente quando si raggiunge il 30%, cominciando la fase osmotica. Tramite gli ormoni il germoglio controlla la produzione di nuovi enzimi ed avvia contemporaneamente la produzione di ribosomi e di ATP. La fase iniziale è garantita dai ribosomi presenti nelle cellule del seme. La fitasi, invece, permette di ottenere fosfati dalla fitina. Quando la concentrazione dei fosfati è alta la fitasi si inibisce e riprende quando la concentrazione diminuisce per l’elevata attività cellulare. Parte, cioè, la fase vegetativa che permette una intensa attività dei meristemi dovuta alla disponibilità di riserve del seme. I meristemi, così, si allungano per distensione cellulare e per replicazione, facendo fuoriuscire la radice e successivamente l’apice vegetativo.