L’Etna, vulcano delle meraviglie e del mistero. Ogni anno in questo periodo milioni di coccinelle si svegliano dal letargo invernale tra le rocce del vulcano. Uno spettacolo molto studiato da entomologi e biologi.
Gli studiosi non riescono a capire il perché dell’ibernarsi tra i ghiacci dell’Etna e cosa contenga il loro sangue.
Ma una cosa è assicurata, la bellezza di tante coccinelle stese al sole tra le rocce brulle, la vegetazione scarna e il panorama quasi lunare.
Sull’Etna, numerosi insetti trasportati dalle correnti ascensionali risalgono le pendici del vulcano e trovano un ambiente freddo e ostile. La coccinella invece resiste alle basse temperature e, durante le ore più calde dei giorni di sole, si alimentano dei minuscoli artropodi nutrendosi dei malcapitati insetti.
A dispetto dell’apparente inoffensività e dell’aspetto simpatico, quasi tutti i coccinellidi sono difatti attivi predatori, e per questo motivo sono impiegati nella lotta biologica.
In primavera le coccinelle discendono alle quote più basse, volano sulle piante erbacee sulle quali, le femmine fecondate, depongono le uova fra le colonie di afidi a spese dei quali sviluppano le larve. Sia le coccinelle che le loro larve predano varie specie di afidi. Un singolo esemplare nel corso della sua vita può consumare oltre 5000 prede.
La coccinella e l’Etna, una simbiosi perfetta, uno spettacolo inedito che è possibile trovare solo a migliaia di chilometri di distanza dalla Sicilia, sulle vette del monte Himalaya.
Quante meraviglia ci riserva la nostra Sicilia.
Claudio D’Angelo