Il tardivo palermitano è una varietà di mandarino che i contadini tramandavano per avere un ciclo completo di raccolta nel loro lavoro invernale.
Cosi come mio padre che cominciava a raccogliere i mandarini “primintii” a fine novembre e fino a gennaio. Il mandarino “primintio” aveva una buccia spessa, molti semi, non sempre molto zuccherino se non nella fase di piena maturazione che, però, presentava la buccia staccata dalla polpa e che veniva chiamato con il nome di “Schuffato”, cioè staccato dalla polpa….
Con la buccia dei primintii mio padre faceva il panierino per gioco…
Dopo che si finiva la raccolta del mandarino primintio si passava al tardivo. Un mandarino dalle caratteristiche diverse che matura tra febbraio e aprile e che presenta una buccia molto sottile e non scoffa, cioè anche in piena maturazione la buccia non si stacca dalla polpa.
Il suo grado zuccherino è molto elevato quando viene raccolto molto maturo e nella polpa sono presenti molti semi.
In Italia è diventato famoso grazie al Consorzio di Ciaculli. un quartiere di Palermo sotto la montagna che circonda la Conca d’Oro dove esistono moltissimi terreni dove sono stati innestati questa cultivar particolare.
Ormai è conosciuto come tardivo di Ciaculli, ma in realtà la sua diffusione è molto più ampia e normalmente prende il nome di tardivo e basta.
La pianta cresce rigogliosa con fogliame molto fitto e privo di spine che ha un colore verde molto scuro, degradando in un verde chiaro nella parte inferiore della foglia.
Il suo ciclo di vita comincia con l’innesto. Usualmente si innesta un albero di arance amare, ma spesso sono state utilizzate piante di pompelmo giallo. Dopo l’innesto la pianta fruttifica dopo due anni e dopo circa cinque o sei anni riesce a produrre anche 150 kg di mandarini.
Spesso nel periodo precedente alla maturazione si esegue la “scozzolatura” che consiste nell’alleggerire la produzione per aumentare il calibro medio del frutto. I mandarini tolti ancora verdi vengono utilizzati dalle industrie per ottenere un’ottima essenza (spirito).
Le foglie di questo particolare agrume si caratterizzano per avere una forma tipicamente lanceolata, con l’apice a punta, con una colorazione verde estremamente intensa, che sfuma in una gradazione più chiara all’interno della pagina inferiore.
Per quanto riguarda la messa a frutto, dobbiamo sottolineare come avvenga circa 2-3 anni in seguito all’operazione di innesto, mentre un ottimo livello di produttività viene raggiunto dopo circa 4-5 anni, con dei livelli medi che variano ovviamente in relazione ad un gran numero di aspetti, ma che sono compresi piuttosto frequentemente tra 50 e 100 chilogrammi.
Ovviamente la qualità del mandarino tardivo è eccezionale, ma commercialmente è diventato negli ultimi anni una nicchia di mercato per intenditori. Il commercio punta su altri prodotti simili che provengono da Spagna e Israele con costi inferiori e un mercato ben organizzato.
Cosa che in Sicilia non è avvenuto. Chi riesce ad avere a disposizione tutti i prodotti può comprendere che l’odore ed il sapore del mandarino tardino non ha eguali nel mondo.
Nel mio piccolo fondo abbiamo solo venti piante di mandarino tardivo che ci garantiscono circa 2000 kg di produzione l’anno. Ne andiamo fieri ed orgogliosi, ma il mercato è ben altra cosa…
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