All’apparenza potrebbe sembrare un normalissimo gelato, in realtà stiamo parlando del gelato di campagna: un dolce tipico della nostra tradizione, consumato soprattutto durante il periodo dei festeggiamenti per Santa Rosalia.
Proprio durante il Festino lo si può trovare regolarmente, soprattutto nelle bancarelle disseminate lungo il Foro Italico, in buona compagnia tra zucchero filato, torrone, cubaita, mele caramellate, bastoni di zucchero e liquirizia.
L’ingrediente principale per la sua preparazione è ovviamente lo zucchero, e il morbido impasto di cui è costituito è formulato in modo da scioglersi completamente in bocca, proprio come un gelato. Inoltre è aromatizzato con cannella e farcito con mandorle, pistacchio e frutta candita.
I colori tipici sono quelli del tricolore italiano perchè a quanto pare, il gelato di campagna, pur avendo origini molto più antiche si diffuse particolarmente nel 1860, all’epoca dell’entrata in città dei garibaldini.
Si racconta che vennero utilizzati i colori della bandiera per festeggiare l’unità nazionale. Mentre il nome si deve al fatto che per la sua caratteristica di “gelato non gelato” lo si poteva portare con se ovunque, anche in campagna, senza correre il rischio che si potesse sciogliere durante il trasporto.
Ma anche perchè nella campagna siciliana, la neve non era facilmente reperibile (allora ingrediente base per fare il gelato) e quindi questo rappresentava l’unico gelato possibile.
I formati tradizionali sono il rettangolo e la mezza luna. Una squisitezza che affonda le sue radici nella nostra tradizione, la cui preparazione spero si possa conservare e tramandare nel tempo anche alle future generazioni di pasticcieri e caramellai siciliani.
di Angelo Trapani
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