Il nome di queste specie è di chiara origine greca e significa letteralmente “simile al cotogno”. I cotognastri o cotoneaster sono presenti, come piante ornamentali, nei giardini europei da circa 200 anni, ossia dall’inizio dell’Ottocento.

Fu il botanico Rupp il primo ad interessarsi di queste specie scoperte durante un viaggio in Estremo Oriente, luogo di origine di molti Cotoneaster.

Come si utilizza:
Le belle piante di cui ci stiamo occupando possono essere impiegate con altrettanto successo in giardino o sul balcone, sulle roccaglie e le scarpate, per decorare i muri fioriti o per accompagnare il movimento di una scala o il disegno di una vasca. Grazie al portamento ricadente o strisciante, molte specie di cotognastri si prestano a formare ricchi festoni oltre balaustre o ringhiere, cassette o grandi orchi di terracotta.

Come si coltiva:
Il cotognastro non chiede molto per vegetare con rigoglio, fiorire copiosamente e produrre un gran numero di bacche. Tuttavia è necessario concimare in autunno con prodotto organico in polvere, mentre da marzo a fine giugno giovano le somministrazioni quindicinali di fertilizzante minerale completo da aggiungere all’acqua delle annaffiature, secondo le dosi indicate sulla confezione del prodotto.

Assai utili, per favorire la produzione di fogliame, le irrorazioni settimanali con acqua e stimolante ormonico, nella dose di sei gocce per litro di acqua.

Le innaffiature non devono essere troppo abbondanti perchè il cotognastro non desidera molta umidità; comunque il terreno non deve apparire mai troppo asciutto perchè anche la siccità prolungata è dannosa a queste piante. In genere, due annaffiature settimanali, calcolando uno o due litri di acqua per esemplare per ogni annaffiatura, possono essere sufficienti a mantenere freschezza e vigore a queste belle piante.

Le potature non sono consigliabili se non in casi particolari, quando sia necessario mantenere i cespugli in una data forma e dimensioni. Sopratutto le specie a rami ricadenti temono il taglio e preferiscono svilupparsi liberamente.

Le specie più note.
tra le molte specie che costituiscono questo genere le più note sono le seguenti:

C. bullata, può raggiungere i tre metri di altezza, ha frutti rosso vivo, foglie caduche; è molto resistente; i suoi rami si dispongono a ventaglio.

C. divaricata, alta circa un metro e mezzo, ha foglie caduche che in autunno diventano scarlatte, i frutti sono color corallo; forma bellissime siepi.

C. Dielsiana, alta 2 metri, ha le foglie caduche; i suoi rami si piegano ad arco; i suoi frutti sono rossi e permangono sulla pianta da settembre fino all’inizio dell’inverno.

C. Hupehensis, alta poco più di un metro, perde le foglie; i frutti sono rossi; la fioritura avviene in primavera , a partire da aprile, ed è particolarmente bella.

C. Frigida, può raggiungere anche i 5 metri di altezza; il fogliame è normalmente sempreverde, i frutti rossi.

C. pannosa, sempreverde, alta circa 3 metri, con rami arcuati e flessibili,; i frutti sono rossi, opachi,; è una specie molto elegante e adatta a balconi o giardini di limitate dimensioni.

C. Watereri (ibrido), sempreverde, alto anche 4 metri, ha frutti scarlatti; è molto decorativo.

C. Dammeri, alta circa 30 centimetri, è strisciante, sempreverde,; ha fiori rosa e frutti color corallo; si presta per coprire roccaglie o scarpate e anche per la coltura in vaso.

C. buxifolia, alta 30 – 40 cm, è assai simile al bosso; le foglie sono verde opaco, i fiori bianchi e i frutti rossi; si presta alla copertura di scarpate, anche su terreni molto poveri.

C. thymifolia, alta circa 50 cm, con portamento quasi strisciante; ha frutti rosso vivo e foglie piccolissime; si presta per la decorazione del giardino roccioso e la coltura in cassette.

C. Horizontalis, è forse la più nota e diffusa, anche se altre specie meriterebbero maggiore attenzione da parte di vivaisti; i suoi rami presentano una strana formazione a spina di pesce; le foglie, semipersistenti, si colorano di rosso arancio in autunno; i frutti sono rosso corallo; può essere coltivata anche a ridosso dei muri e impiegata come rampicante legando i rami a sostegni.

l’origine: Africa settentrionale, Asia, Europa; due specie sono spontanee in Italia.

l’aspetto: arbusti di varia altezza, che talvolta assumono forma d’albero, spesso con rami striscianti sul suolo, oppure ricadenti; bacche decorative.

le foglie: semplici, coriacee, intere, lucenti sulla pagina superiore e coperte di lanuggine su quella inferiore, caduche o persistenti.

i fiori: molto piccoli, insignificanti, bianchi e rosa.

la fioritura avviene in estate e in qualche caso in primavera

la coltivazione: avviene in piena terra all’aperto oppure in cassette.

l’esposizione: al sole, a mezz’ombra, o in ombra

la moltiplicazione: si può effettuare anche per seme, in primavera, o con maggiore sicurezza per talea semi legnosa alla fine di agosto; anche la margotta offre buone probabilità di successo.

pregi e difetti: resiste alle basse temperature, soffre per il clima caldo e il sole intenso- Sopporta male il riverbero dei muri sui balconi di città.

Foto: Wikipedia






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Di Treman

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