Il lungo inverno senza pioggia e la stagione estiva che ha sancito le difficoltà nel reperire le risorse idriche per gli impianti di irrigazione stanno mettendo in ginocchio il settore agrumicolo siciliano.

Quelle aziende che hanno la fortuna di avere disponibile la fonte irrigua devono comunque fare i conti con un costo elettrico esorbitante per garantire l’irrigazione. Tutti quelli che, invece, non hanno possibilità di reperire acqua rischiano di vedere l’agrumeto secco. Inoltre per la sua fisiologia oltre alla perdita inevitabile del raccolto, gli agrumi soffrono la crisi idrica e da questa difficilmente si riprendono.

Insomma, quando si parla di siccità negli agrumeti il pericolo di perdere completamente le piante è reale. Ad esempio, nel palermitano gli impianti di irrigazione venivano serviti dall’invaso del San Leonardo e tutti i pozzi che un tempo venivano utilizzati per l’irrigazione sono stati chiusi ed, in molti casi, i canali irrigui persi per incuria nel tempo. Questa estate il consorzio di bonifica ha chiuso i rubinetti e lasciato a secco tutti i terreni coltivati a limoni.

Basta farsi un giro per Bagheria per vedere distese di alberi in secca che rischiano di andare in fiamme e che sicuramente dovranno essere tagliati completamente. Molti hanno abbandonato. Possiamo scrivere tranquillamente che il 90 % dei terreni coltivati ad agrumi nella zona a est di Palermo sono andati persi.

Una situazione drammatica che potrebbe mettere la parola fine all’agricoltura della zona bagherese e, forse, in molte parti della Sicilia.

Di Treman

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