Chi si occupa a vario titolo di coltivazione ha notato che la stagione autunnale è in ritardo. Anzi in alcuni casi piante che dovrebbero essere spoglie hanno i fiori… Di seguito pubblichiamo un interessante articolo del Dott. Ferrini sull’argomento, sperando di fare cosa gradita ai nostri lettori.
Siamo a fine ottobre e gran parte dei nostri alberi ha ancora le foglie verdi e solo pochi mostrano i primi segni delle colorazioni autunnali. Qui di seguito riporto alcune ipotesi scientifiche.
Le recenti modifiche nelle date delle principali fasi fenologiche delle piante arboree, evidenti in particolar modo nell’anno in corso, che ha registrato un precoce germogliamento e una tardiva caduta delle foglie, sono un segno che il cambiamento climatico sta già avendo impatti importanti sugli ecosistemi. In linea teorica il sequestro del carbonio aumenta con stagioni di crescita più lunghe, ma ci sono evidenze contrastanti poiché è stato mostrato che, in alcuni casi, il tasso di respirazione aumenta in misura maggiore rispetto alla fotosintesi, rendendo il bilancio negativo.
Dal punto di vista scientifico è importante capire quali saranno i “drivers” ambientali che guideranno le possibili modifiche nella fenologia. Il fotoperiodo esercita uno stretto controllo sulla senescenza fogliare a latitudini dove gli inverni sono freddi, mentre la temperatura assume un’importanza maggiore nel regolare questo fenomeno nelle zone più temperate con lo stress idrico che può, talvolta, avere un’influenza supplementare.
In media, il riscaldamento climatico ritarderà e la siccità anticiperà la senescenza fogliare, ma in modo diverso a seconda delle specie. Il riscaldamento e la siccità hanno quindi effetti opposti sulla fenologia della senescenza fogliare, e l’impatto dei cambiamenti climatici dipenderà quindi dall’importanza relativa di ciascun fattore in regioni specifiche.
Non sorprende, dunque, che il cambiamento climatico stia modificando la fenologia di molte specie. Mentre gli impatti del cambiamento climatico sulla fenologia primaverile (germogliamento e fioritura) sono ben documentati, molto meno si sa di come le temperature sempre più miti e l’alterato regime delle precipitazioni influenzano e influenzeranno in futuro la fenologia autunnale, in particolare il cambiamento nel colore delle foglie e la loro senescenza.
Su scala continentale, ad esempio, autunni più caldi sono stati correlati, come detto, a una minore fissazione netta del carbonio, come conseguenza di un aumento maggiore di respirazione dell’ecosistema rispetto al concomitante incremento della fotosintesi lorda. Su scala locale, invece, boschi di latifoglie in climi temperati possono mostrare una fissazione annua del carbonio netto superiore durante un autunno caldo come conseguenza dell’estensione della stagione vegetativa.
La senescenza fogliare in specie decidue segna anche il passaggio dalla fase attiva alla fase dormiente. In questa fase è fondamentale il recupero di nutrienti prima che le foglie cadano. Il cambiamento di temperatura non dovrebbe avere un forte impatto sul recupero, anche se una minor velocità nella senescenza fogliare indotta dal riscaldamento potrebbe determinare un riassorbimento dei nutrienti più efficiente. Questa fase, che è un importante meccanismo di conservazione dei nutrienti negli alberi, è, invece, meno efficiente quando le foglie entrano prematuramente in senescenza a seguito di stress idrici.
Gli effetti complessivi dei cambiamenti climatici sul riassorbimento dei nutrienti dipenderanno quindi dagli effetti contrastanti di riscaldamento e siccità. Tuttavia, nonostante l’abbondanza di letteratura sull’argomento, il confronto inter-specifico tra le più comuni specie arboree temperate è complicato sia dalla variabilità dell’efficienza di riassorbimento, che è influenzata da molti fattori ambientali, sia dalle differenze metodologiche tra gli studi, soprattutto in relazione alla misura della quantità di nutrienti che saranno persi con la caduta delle foglie.
Le variazioni nel riassorbimento dei nutrienti avranno effetti sulla crescita e sulla eventuale produzione dell’anno successivo, almeno all’inizio della primavera, perché la produzione di nuove foglie si basa quasi esclusivamente sui nutrienti riassorbiti dal fogliame durante il periodo precedente la caduta. Perciò ogni cambiamento nella fenologia della senescenza fogliare avrà conseguenze sull’assimilazione del carbonio, ma anche sul ciclo dei nutrienti a livello ecosistemico, soprattutto se i cambiamenti avverranno in conseguenza di stress idrico.
Dott. Francesco Ferrini
Leggi su Nati per Terra
Ultimi articoli sul sito:
- Il Suolo: Un Ecosistema vitale e multifunzionale da salvaguardare.Il suolo, spesso sottovalutato, è un elemento fondamentale per la vita sulla Terra. Ben lungi dall’essere una semplice miscela di terra e rocce, il suolo è un ecosistema complesso e dinamico, che svolge molteplici funzioni essenziali per l’ambiente e per l’uomo. Proprio per questo non possiamo avere una sola definizione di suolo ed è spesso… Leggi tutto: Il Suolo: Un Ecosistema vitale e multifunzionale da salvaguardare.
- BOLOGNA: Terza tappa della staffetta della biodiversitàDOMENICA 2 MARZO TERZA TAPPA DELLA STAFFETTA DELLA BIODIVERSITA’ che raccoglie semi locali e rari per salvarli e sensibilizzare sull’importanza della conservazione delle varietà tradizionali e dell’agro-biodiversità in generale. Una giornata per parlare, sperimentare, incontrarsi, festeggiare, celebrare la vita e affermare il diritto e la libertà delle comunità di nutrirsi secondo le loro esigenze e… Leggi tutto: BOLOGNA: Terza tappa della staffetta della biodiversità
- Rete di Semi: facciamo semenze a CarnevaleRete dei Semi della Sardegna v’invita al Giardino di Nicola, area verde e parco urbano a Nuoro, per trascorrere assieme una giornata in maschera a tema vegetale. Durante la giornata scambieremo i nostri semi, bulbi, marze e talee, ci sarà un Open Lab con dibattito per imparare a costruire una mini-serra con materiali di recupero,… Leggi tutto: Rete di Semi: facciamo semenze a Carnevale
- Il Finocchietto “Foeniculum vulgare”, l’aroma mediterraneoIl finocchietto selvatico è originario dell’area mediterranea. È una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Umbrelliferae ed è caratterizzata da foglie piumose, di un verde brillante, molto aromatiche per il contenuto in anetolo. Era usato dai greci e dai romani sia in cucina che in medicina. Ritenendo, infatti, che avesse proprietà magiche, lo utilizzavano in… Leggi tutto: Il Finocchietto “Foeniculum vulgare”, l’aroma mediterraneo
- L’Uccello del Paradiso, ossia la Strelitzia ReginaeLa Strelitzia reginae, conosciuta anche come “Uccello del Paradiso”, è una pianta esotica che incanta con i suoi fiori spettacolari e la sua forma unica. Originaria del Sud Africa, questa pianta appartiene alla famiglia delle Strelitziaceae e deve il suo nome alla regina Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, moglie di re Giorgio III d’Inghilterra. Si è adattata… Leggi tutto: L’Uccello del Paradiso, ossia la Strelitzia Reginae
- Trapani si tinge di verde: arriva “Flora & Garden Show”La splendida Villa Margherita di Trapani si prepara ad accogliere un evento inedito e ricco di colori: “Flora & Garden Show”, la prima mostra mercato dedicata a fiori, piante e al giardino mediterraneo. Dall’11 al 13 aprile 2024, gli amanti del verde avranno l’opportunità di immergersi in un’atmosfera unica, tra profumi inebrianti e una varietà… Leggi tutto: Trapani si tinge di verde: arriva “Flora & Garden Show”
Scopri di più da
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.