A due passi da Caltagirone, nella piccola frazione di Santo Pietro, vive dal 1927 una realtà, non conosciuta ai più, ma che rappresenta uno dei vanti della Sicilia: la Stazione consorziale sperimentale di granicoltura. Venne istituita nel 1927 da un regio decreto nell’ambito della battaglia del grano, che voleva rendere l’Italia autosufficiente nella produzione di cereali.
La Stazione dispone di una vera e propria banca del germoplasma, che contiene i semi di 300 varietà di diverse specie, tra cui quelli di tutte le varietà di grani antichi siciliani. Varietà di grani antichi siciliani che, da sole, sono più numerose di quelli di tutte le altre regioni messe insieme. E sappiamo gli appetiti che i semi, soprattutto quelli rari, stanno suscitando in giro per il mondo.
La Stazione, riproduce annualmente questi semi e li dona agli agricoltori, che in questo modo li conservano anche ex situ.
La Stazione è di pertinenza dell’Assessorato regionale all’agricoltura che, in tutti questi anni non ha mai brillato in quanto ad attenzione verso questo gioiello, che oggi fonda la sua attività soltanto sulla buona volontà di pochi singoli (Nello Blangiforti su tutti). Dobbiamo a loro la conservazione del patrimonio genetico dei grani antichi siciliani.
La Stazione oggi corre un grande rischio di sopravvivenza: non sono infatti alle viste interventi che possano assicurare un futuro a questa istituzione. E con essa tutti i semi delle varietà che lì vengono custoditi e riprodotti: un tesoro dal valore inestimabile.
Un patrimonio che interessa molto e a molti, con fini tutt’altro che nobili .
Per assicurare un futuro alla Stazione ed ai suoi semi, in attesa di un sussulto di orgoglio e di amor proprio di chi governa la nostra regione, alcuni appassionati e operatori del settore, tra cui chi scrive, hanno cominciato a suggerire la proposta di fare diventare la Stazione di granicoltura di Caltagirone patrimonio #UNESCO.
Sarebbe un’opportunità e una garanzia di prosecuzione dell’attività che si appresta a compiere il secolo di vita.
Che speriamo sia solo il primo di una lunga serie.
LUNGA VITA ALLA STAZIONE ed ai SEMI SICILIANI.
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