L’arancio amaro è originario dalla Cina e si pensa possa essere un incrocio. Furono gli arabi durante la dominazione del X secolo a portarla in Europa, ma il suo ingresso in Italia probabilmente avvenne dopo con i Crociati. Un albero abbastanza rustico che se lasciato crescere liberamente raggiunge anche i dieci metri di altezza con una chioma che tende ad essere arrotondata.
In molti comuni siciliani ed in particolare a Bagheria (Pa) è stato utilizzato per alberare alcune delle strade principali della città. Le foglie sono di un intenso verde, appuntite all’apice e arrotondate alla base. La caratteristica attaccatura del picciolo con alette lo rende unico tra gli agrumi. I fiori solitari o in infiorescenze sono bianchi e molto profumati. I frutti sono generalmente più piccoli di quelli dell’arancio dolce e si presentano con un vivace colore arancione. La permanenza del frutto sulla pianta è molto lunga e rende l’arancio amaro molto bello da vedere.
La polpa del frutto è molto utilizzata per le marmellate e le bucce diventano ottimi canditi. In Sicilia con i canditi ci preparano la cassata siciliana. Anche l’industria dei profumi richiede l’arancio amaro per alcune delle sue preparazioni. Dalla buccia si ottiene anche un essenza utilizzata in famosi liquori come il Curaçao e il Cointreau.
In agricoltura l’arancio amaro è utilizzato spessissimo per portainnesto. Questo per il semplice fatto che resiste meglio alle basse temperature. Ci sono diverse varietà di arancio amaro, alcune molto particolari e utilizzate per il giardino.
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