La grande distribuzione, GDO, ti porta in tavola prodotti agricoli che provengono da grosse coltivazioni intensive che solitamente remunerano male i produttori. Nella pubblicità i grandi marchi della distribuzioni fanno a gare per dire ai consumatori che i prodotti che vendono sono rispettosi dell’ambiente e dei contadini che li coltivano. La realtà è ben diversa ed il commercio impone regole di profitto che non possono essere cambiate.

Per questo le coltivazioni intensive sono sottoposte a mirati interventi chimici e studiati in tutti i particolari che rendono il prodotto agricolo certamente idoneo alla vendita secondo la legislazione corrente ma che è ben lontano da una coltivazione che rispetta il suolo e le caratteristiche delle produzioni autoctone. Anche nel biologico la parte da gigante la fanno i grossi produttori.

Anche le sementi utilizzate nelle culture intensive sono prodotti da multinazionali che controllano la filiera e che rendono omogenea la qualità del prodotto finale. Sementi studiati in laboratorio e resi omogenei. Lontani anni luce dalla capacità della pianta di trasmettere alle nuove generazioni i cambiamenti climatici.

Sul seme non interviene la capacità della natura di registrare nel DNA trasferito nel nuovo seme le difficoltà della pianta madre. Una memoria che serve ad evolvere nel territorio di nascita e nei patogeni che la colpiscono.

Bisogna valorizzare la qualità del produttore locale e cercare di acquistare i prodotti agricoli a km zero in quei contadini che mantengono il rapporto con la natura e con la terra come tra padre e figlio.

Vi sembrerà difficile trovare ancora questi contadini in giro… in realtà se ne trovano ovunque. Basta avere la volontà di trovarli….






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Di Treman

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