Una delle prime piante domesticate nella mezzaluna fertile, le prime tracce della presenza della cicerchia risalgono all’8000 a.C.
Era inoltre conosciuta dagli Egizi, dai Greci che la chiamavano “Lathiros” e dai Romani che la denominavano “Cicerula”.

Tutte le specie del genere Lathyrus soprattutto nei semi contengono una tossina che, in caso di uso prolungato di questi legumi, provoca disturbi nervosi comportamentali, convulsioni e paralisi agli arti inferiori.

Questa sindrome fu studiata e denominata “Latirismo” dal medico italiano Arnaldo Cantani nel 1873. Ma già Discoride nel I sec. d.C. considerava pericoloso mangiare le cicerchie.

Non abbiamo altre notizie fino al 1671, anno in cui in Germania fu proibito l’uso di farina di cicerchia nella preparazione del pane. Infatti all’epoca si presentarono molti casi di paralisi, dovuti al fatto che i semi, durante la carestia di quel periodo, vennero comunemente consumati.

Il principio tossico contenuto nelle cicerchie è detto Odap (acronimo di beta-N-ossalil-L-alfa acido beta-diamminopropionico). Grazie all’ammollo e alla bollitura, il principio tossico, si degrada rendendo le cicerchie utilizzabili all’interno di una dieta variata.

Giuseppe De Palma

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