“Se l’aglio non é ne’ sangue di vipera ne’ veleno di Colco, tal é bensì che a chi ne mangi, rende gravissimo il fiato”. Orazio detestava l’aglio, che considerava peggio della cicuta, avendone subito una terribile reazione dopo un pranzo con Mecenate.
Virgilio , al contrario, sembra lo mangiasse ogni mattina per colazione, aggiunto ad un semplice impasto di farina.
Omero racconta del prode Ulisse, che si salvò dall’essere trasformato in maiale dalla maga Circe, grazie alle virtù magiche dell’aglio giallo.
Una leggenda araba dice che quando Satana scappò dal Paradiso, l’aglio spuntò dal punto in cui mise il suo piede sinistro ( e la cipolla da quello dove toccò il piede destro).
Se gli antichi egizi lo mischiavano come tonico e rafforzante nel rancio degli schiavi, gli antichi greci proibivano l’entrata al tempio di Cibele a coloro ne avessero fatto recente uso.
Giuseppe De Palma
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