Sono in Sicilia: è normale che in estate non piova; sono in Sicilia: è normale che in estate fa caldissimo; sono in Sicilia: è normale che negli ultimi trent’anni non si è fatto nulla per migliorare infrastrutture e reti idriche. Ecco, questo sarebbe un perfetto video virale sui social, invece è un punto di partenza fondamentale per capire la siccità siciliana.

In Sicilia il fatto che non piova in estate e che le temperature sia torride è normale. Il fatto che nei mesi di gennaio e febbraio non sia caduta molta pioggia è invece un record negativo. In Sicilia negli ultimi trent’anni sono caduti in media circa 700 millimetri di acqua, concentrati soprattutto tra dicembre e aprile. Quest’anno, invece, questi mesi sono stati poco piovosi e quando ha piovuto lo ha fatto per brevissimi periodi e con forte intensità.

In questi grafici si intuiscono le differenze tra il 2023 – 2024 e la media dal 2002 al 2023. Come si vede mancano le precipitazioni tra fine ottobre e maggio che riempivano gli invasi siciliani e permettevano anche con i problemi di sicurezza evidenti, di dare acqua a tutti senza grosse difficoltà.

Il risultato finale di questa situazione è il mancato riempimento degli invasi naturali o artificiali presenti nell’isola. Invasi che comunque non possono essere riempiti al massimo della loro capacità per diversi motivi: l’incuria nella manutenzione dei fondali e la mancata manutenzione delle infrastrutture, alcune delle quali non sono mai state collaudate. Quindi parte dell’acqua che potrebbe essere invasa deve finire in mare per sicurezza. Non essendoci condutture tra invasi neanche si può pensare ad una ridistribuzione.

Se dal lato degli invasi abbiamo una situazione terribile, meglio non possiamo dire sulle reti di distribuzione dove per ogni litri arrivato a destinazione nelle case, un altro litro si perde. Ovviamente difficile fare calcoli precisi sull’efficienza delle reti di distribuzioni siciliane, ma possiamo dire che mediamente sono le peggiori al mondo.

Il mondo agricolo e le utenze domestiche pagheranno ben salato l’immobilismo della Regione Sicilia che negli ultimi anni nulla ha fatto per contrastare fenomeni di riduzione e siccità di medio e lungo periodo. E’ bastato un inverno povero di piogge per far emergere le difficoltà di un sistema vecchio e arrugginito e di una classe politica lontana anni luce da una programmazione seria a lungo periodo.

Rimaniamo in attesa delle piogge autunnali, sperando che arrivino, nel frattempo bisognerà fare i miracoli per salvare capre e cavoli.

Nella foto il lago di Pergusa

Di Treman

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